Questa è casa mia, perché è il posto del cuore e della memoria. Da custodire. I ricordi tornano alla Sora Annetta, dolce e minuta proprietaria di questa “Casa”, una single d’altri tempi, che ho sempre immaginato innamorata del mio bel bisnonno Sante. Fu lei, alla morte prematura della bisnonna Rosa e della seconda moglie di Sante, quando lui stesso dovette lasciare i suoi cinque figli, a crescerli, salvandoli dalla guerra in questa grande “Casa”.

Uno di loro, il mio adorato nonno “Roberto de rigjino”, soprannome di famiglia dalla tradizione della campagna spellana, è poi diventato Sor Robè quando, fatta fortuna come “pizzicagnolo” a Foligno, ha acquistato la casa e i terreni proprio da Annetta.

Ci sono il mio cuore e la mia storia qui dentro. I racconti del nonno delle raffiche di mitra tedeschi, i tesori sotterranei -altro non erano che scorte di cibo nascoste ai rastrellamenti-, i torroncini appesi all’albero di Natale e consumati in cinque, a leccatine fino a Pasqua e poi le scarpe calzate un po’ per uno. è tra queste mura, e in questa terra, che ho trascorso gran parte della mia infanzia, imparando ad amare la natura e gli animali.

Ho assaggiato ogni prodotto del grande orto e visto fare un “orrendo” vino rosato: proprio in questa cantina dove da anni lavora con autentico amore l’amico Cesare. La ricordo come una sorta di santuario delle cose “preziose” che nonno raccoglieva dai rigattieri della zona e elevava a cimeli, adornando la tavola per invitare gli amici. Un amore per l’ospitalità in cui aveva riversato quanto imparato a Roma, cameriere dal principe Colonna a Roma. Questa cantina conserva quella vocazione all’accoglienza e Cesare ne è il suo interprete più appassionato. Nasce così “Cesare a Spello”.
Un posto speciale in cui dimorano il ricordo, il sogno di “Mapepa”, la società affettiva fondata con gli amici di una vita, il futuro…
Ma questo ve lo racconteranno i miei figli…

Benvenuti a Casa!