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PIZZERIE IN ITALIA

LA STORIA DELLA PIZZA

La pizza veste lo spazio di colori e profumi. E quando arriva in tavola si innamora il mondo.

Fabrizio Caramagna
Vi siete mai chiesti come è nata la pizza?

Come pensano in molti la pizza ha avuto origine nel nostro bel paese e, insieme alla pasta, è diventata uno dei simboli della cucina italiana in tutto il mondo. Tuttavia, la sua tradizione nasce da una storia ultracentenaria.

Secondo alcuni studi, il periodo storico inerente alla scoperta della pizza è datato addirittura al Neolitico.

Con la nascita dell’agricoltura e con l’abbondanza di materie prime, nei paesi orientali impararono un nuovo modo di mangiare attraverso la cottura di polente di cereali o di pane azzimo. L’evoluzione portò gli antichi Egizi a scoprire il lievito e, attraverso la lievitazione, quest’ultimi poi riuscirono a creare il pane.

Dalle piramidi ai piedi di Roma: la Storia della Pizza

Scoperto il pane, i contadini dell’Antica Roma posero dei tasselli fondamentali per la creazione della pizza. Infatti, dopo aver mescolato i vari tipi di farro crearono la farina. Da qui nacque un impasto nuovo formato da farina, acqua, sale ed erbe aromatiche. I dischi di pane divennero dei veri e propri contenitori gustosi e, attraverso la cottura sui focolari, nacque la famosa focaccia rotonda romana.

Denominazione: perché si chiama Pizza?

Nel VII dopo Cristo i Longobardi scesero in Italia e portarono con loro nuove culture e tradizioni. Iniziò quindi a circolare un nuovo termine: “bizzo”, che poi divenne “pizzo”, in tedesco “bizzen”: morso!

Dal morso al boccone la storia è stata breve. I primi documenti storici ufficiali col termine “pizza” sono stati rinvenuti a Penne, in Abruzzo, nel 1195. Successivamente, nel 1300, alcuni documenti della Curia Romana lasciano intravedere parole nuove come “pizis” o  “pissas”, termini usati per descrivere prodotti tipici da forno utilizzati soprattutto in Molise e in Abruzzo.

Napoli: habemus Pizza (o quasi)!

L’ufficialità della parola pizza venne rinvenuta nel 1535 negli scritti del poeta e saggista Benedetto Di Falco che descrisse come a Napoli il termine “focaccia” si era trasformato in “pizza”. Il testo presente nella sua “Descrizione dei luoghi antichi di Napoli” fece da apripista a nuove evoluzioni. Inizialmente la tipica schiacciata di farina di frumento veniva impastata e condita con strutto, aglio e sale grosso. Con l’avvento dell’olio d’oliva, del formaggio e delle erbe aromatiche, gli ingredienti presero una nuova forma e, agli albori del XVII secolo, nacque la prima ricetta di questo storico alimento: la pizza “alla Mastunicola” impreziosita dal profumo inconfondibile del basilico.

E poi venne il pomodoro…

Dal 1492 in poi, le culture culinarie del nostro bel paese incontrarono un’alchimia di sapori nuovi. Infatti, con la scoperta dell’America, anche in Italia fu importato il pomodoro. Inizialmente il pomodoro venne usato in cucina come salsa cotta insieme a basilico e sale; poi, complice anche le pretese di principi e regnanti, qualcuno ebbe l’intuizione di utilizzarla nell’impasto della pizza e l’opera si completò. Nel 1800, pur senza l’uso della mozzarella, la pizza prese il sopravvento e divenne il pasto preferito da tutto il popolo.

Ricette: la vera pizza napoletana

La storia della pizza diventa intrigante con la prima vera ricetta. Tutto avvenne nel 1858, quando Napoli era la capitale del Regno delle Due Sicilie. Francesco De Bourcard in “Usi e Costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti” descrisse una sorta di Pizza Margherita ante litteram, con mozzarella e basilico. Nei documenti si legge che per realizzare questo pietanza l’uso del pomodoro inizialmente era opzionale mentre invece i condimenti si potevano completare attraverso la creatività del pizzaiolo.

A fine secolo con l’emigrazione degli italiani, la pizza con pomodoro e mozzarella sconfinò fino a New York, in America, dove i pizzaioli iniziarono ad esportare la tradizione napoletana.

Famosi ormai in tutto il mondo, i pizzaioli napoletani avevano ormai diffuso infinite varietà di pizza tra tutta la popolazione e con la visita a Napoli degli allora sovrani d’Italia re Umberto I e la regina Margherita, arrivò la sua approvazione ufficiale.

Correva l’anno 1889 e durante una passeggiata nel capoluogo campano, i regnanti furono ospiti di Raffaele Esposito, il miglior pizzaiolo dell’epoca che, secondo le testimonianze, realizzò per loro tre pizze classiche:

  • Pizza alla Mastunicola (maestro Nicola in dialetto) composta da strutto, formaggio e basilico.
  • Pizza alla Marinara con pomodoro, aglio, olio ed origano
  • Pizza con pomodoro, olio, mozzarella e origano, ingredienti e colori che inneggiavano al tricolore italiano.

La regina, conquistata da quest’ultima ricetta, elogiò pubblicamente e per iscritto il pizzaiolo che, per contraccambiare il gesto, decise di denominare la sua creazione culinaria in suo onore: nacque così la pizza Margherita!

Storia della Pizza: dalla seconda guerra mondiale ai nostri tempi.

Dopo il clam clam generato dalla visita dei sovrani a Napoli, la pizza napoletana subì infinite varianti e reinterpretazioni diventando la pietanza più diffusa del nostro bel paese. Anche la seconda guerra mondiale con i soldati al fronte fu protagonista della diffusione. I primi emigranti al nord, con il boom economico delle regioni settentrionali hanno portato definitivamente la tradizione della pizza in tutta Italia. Poi, nel giro di qualche anno, la pizza è diventata famosa in tutto il mondo.

Così, la favola è diventata realtà.

L’arte dei pizzaioli napoletani è stata riconosciuta come patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

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