Le donne guidano la rivoluzione dell’enoturismo Raddoppia l’offerta, il trionfo di quella familiare

Nomisma-Wine Monitor è la più grande indagine mai realizzata sul turismo del
vino in Italia, diretta da Denis Pantini e realizzata da Roberta Gabrielli e Paola Piccioni: 265 cantine e 145 comuni di distretti enologici che fotografano un turismo che accelera, con l’aumento nel numero e nelle tipologie delle esperienze offerte.
«Gli investimenti nelle cantine turistiche italiane, negli ultimi 10 anni, hanno raddoppiato e in certi casi triplicato l’offerta di esperienze prevedendo intrattenimento, pasti, pernottamenti, serate a tema, esperienze legate al vino, allo sport e alla cultura», sostiene Dario Stefàno, docente di Economia delle imprese turistiche  all’Università Lumsa e di Enoturismo alla Luiss Business School.
Stando ai dati dell’indagine, benché le cantine turistiche italiane siano dirette soprattutto da uomini (55%), il management della wine hospitality  è soprattutto femminile (73%). 

La wine hospitality delle Donne del Vino si differenzia per una maggiore diversificazione dell’offerta: non solo vino, ma anche attività legate al benessere, alla ristorazione (28%) e ai corsi di cucina (40%), alla ricettività (36%), allo sport (piscine 15%) e all’organizzazione di visite a luoghi limitrofi o di collegamento a eventi culturali (50%).  La tipologia di cantina turistica più diffusa in Italia è quella piccola e familiare (39%) che appare particolarmente presente in Campania, Puglia e Umbria.

Seguono le cantine con rilevanza storica o architettonica (14%) che hanno le percentuali più alte in Veneto e in Piemonte. Le imprese con marchio famoso o storico sono il 12% del totale e sono particolarmente diffuse in Veneto e Sicilia. 
Piemonte, Toscana, Friuli e Sicilia si caratterizzano per imprese del vino con particolari bellezze paesaggistiche e naturalistiche (11%) mentre in Puglia e in Umbria è più alta la quota

di cantine ben organizzate per l’incoming. Sono due gli elementi critici evidenziati: il 44% delle cantine sono lontane dai circuiti turistici o enoturistici, problema particolarmente evidente in Friuli Venezia Giulia, Umbria e Campania.
Inoltre, la metà delle cantine chiude al pubblico nel fine settimana e nei giorni festivi. Chiusura che riguarda anche molti uffici turistici, costituendo un serio problema rispetto ai flussi dei visitatori che sono invece concentrati nei giorni di festa. Per questo, il Rapporto ha sottolineato gli ambiti in cui i Comuni possono migliorare per favorire l’enoturismo: dal potenziamento degli
uffici di informazione turistica e loro apertura
nei giorni festivi al sostegno alla formazione
del personale anche per gli uffici pubblici in
materia enoturistica. E ancora, dalla dotazione di strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale ad una maggiore condivisione delle collaborazioni e fare sempre più rete.