Bollicine, rossi e arancioni: vini per l’estate

Il business del vino è un po’ come la tana del Bianconiglio: attrae, cattura, ma può portare fuori strada. Cristiano Cini lo sa, anzi lo insegna.

Cristiano Cini, sommelier e direttore Wine Tv

Cristiano Cini visto da Roberto Sansoni Il sommelier, presidente dell’Ais della Toscana e direttore di Wine Tv, secondo il disegnatore

“Unire le aziende per promuovere i territori I sottovalutati? Dall’Altotevere a Narni e c’è anche un po’ di Federico Sciurpa di Toscana”

Sommelier Ais con 30 anni di esperienza, vicecampione italiano, presidente dell’Ais Toscana, è direttore di Wine Tv. Una storia di cultura, fatica e umiltà, la sua, che parte da Arezzo fino a portarlo a diventare uno dei massimi esperti italiani del settore.
– I suoi vini per l’estate, quali tipologie indica?
Gli ultimi 5 anni sono stati qualificanti e “creativi” per ridefinire la qualità dei rosati italiani. Da parte delle delle aziende si è scommesso fortemente sulla qualità della tipologia, dobbiamo dire con risultati ottimi. Uno stop deciso ai rosati da “salasso” e tante vinificazioni in rosa. Tradotto in linguaggio non tecnico significa uva pensata direttamente
per fare i rosati di livello e rosati finalmente identitari con riconoscibilità dei vitigni da cui nascono (in Italia ne abbiamo tantissimi adatti).
– Bollicine Metodo classico?
Sempre più a tutto pasto, sempre più qualitativi. Le zone classiche di elezione sono ormai conosciute, Trento Doc, Franciacorta, Alta Langa, Oltrepò Pavese etc. Invece la cosa che più ci interessa raccontare è lo sviluppo di metodo classico da uve autoctone come ad esempio, Sangiovese, Bombino, Nebbiolo, Sagrantino solo per citarne alcune:
oltre 50 vitigni “tipici” Italiani sono prodotti come Metodo classico. Quindi proviamoli.
– Niente rossi perché è caldo?
Sfatiamo un altro mito. In estate si possono degustare vini rossi freschi, con poco tannino cioè.
I vitigni che danno vini rossi da bere freschi sono tanti, ne citiamo alcuni, Pinot nero, Schiava, Sangiovese, Nerello mascalese (Etna), Marzemino,
Frappato e ci fermiamo per non fare la lista della spesa.
– Vini arancioni, solo moda?
Gli orange wine sono un fenomeno definitivamente esploso negli ultimi anni, vini prodotti da uve bianche ma tenendo le bucce a contatto con il mosto: quello che si ottiene sono vini arancioni più o meno intensi nel colore. Buona la loro struttura, una piccola presenza di tannino e spesso una buona rotondità, vini molto “gastronomici” di facile abbinamento
a tavola e anch’essi da bere freschi.
– Umbria e Toscana, ci sono dei territori dimenticati dalla narrazione i cui vini vanno scoperti o riscoperti?
Umbria e Toscana sono due grandi territori, uno
più famoso nel mondo e con tante frecce altrettanto  famose al proprio arco, l’altro speciale perché garantisce tutt’oggi quel gusto unico della scoperta.

Partiamo dall’Umbria con due zone molto interessanti.
La prima è nel sud della regione con un vitigno elegante e scorrevole che sta regalando vini eccellenti, parliamo dell’uva Ciliegiolo a Narni.
C’è un’azienda capofila che pochi giorni fa è stata premiata come miglior azienda italiana da una storica guida nazionale. Questo la dice lunga sul potenziale di questo territorio legato tendenzialmente ad un vitigno.
Il secondo è l’Alta valle del Tevere, poche aziende con un potenziale importante, c’è tanto lavoro ancora da fare ma la strada è giusta. Mi è capitato recentemente di degustare i vini di un’azienda vicino a San Giustino con le vigne a 700 mt. di altitudine, beh… ho trovato un grande Pinot Nero sia nella versione metodo classico che in quella “normale”.
Territorio storicamente vocato che sta ritrovando una sua identità.
– La Toscana meno conosciuta?
Si sta muovendo di gran carriera, pensiamo alla provincia di Pisa dove la zona di Terricciola è ormai diventata un must con aziende che producono rossi equilibrati ed eleganti, ma ancora di più la zona all’Aretino cresce e lo fa bene. E’ casa mia quindi conosco e seguo con attenzione gli sviluppi degli ultimi 15 anni.
Grandi Sangiovese e internazionali nel Valdarno di Sopra, autoritari Syrah a Cortona, intorno alla città nascono Trebbiano da vigne vecchie e Sangiovesi sottili ed eleganti, il Casentino con i suoi grandi Pinot Nero. Una terra in pieno fermento qualitativo!
Esiste poi un grande vino bianco nel cuore della Toscana, la Vernaccia di San Gimignano, vengo proprio da un recente lavoro di comunicazione fatto  con 4 aziende strepitose che producono bianchi di caratura mondiale, morbidi e sapidi, da conoscere.
– Dove va il mondo del vino in Italia e che cosa gli manca di più?
Il vino e l’Italia sono un connubio inscindibile, viviamo in una terra fatta per esprimere diversità nella più alta qualità vinicola. Non esiste nazione al mondo con una così grande e diffusa differenziazione di vitigni, ogni zona ha la sua storia enologica, ha tradizioni radicate e la consapevolezza delle vendemmie nel tempo, che significano maturità produttiva.
Siamo una grande terra da grandi vini! Quello che dovremo migliorare è la capacità di raccontare in maniera professionale quello che facciamo, quello che produciamo. I cugini d’Oltralpe sono maestri del marketing, noi stiamo crescendo ma il gap esiste. E poi il campanile: “il mio vino è più buono del….” è davvero il momento di andare oltre. Unire le aziende che sono i riferimenti di un territorio e promuovere quei territori attraverso le eccellenze, così a cascata potranno trarre benefici tutti produttori di quell’area. La promozione si fa attraverso le eccellenze questo deve essere chiaro, si fa attraverso le storie e i volti di chi il vino lo produce nella qualità. Con il tempo dovremo imparare
ad essere più organici nel saper comunicare, dovremo unire le forze diversificando i contenuti, personalmente sono fiducioso ma il lavoro è lungo.
– Dirige Wine Tv, una sua invenzione. Che cosa è?
Ho la fortuna da 6 anni di dirigere Wine TV Group, per me come per i soci fondatori è stato il modo di mettere la nostra esperienza nella comunicazione del vino (ahimè trentennale), al servizio di tutti: produttori e winelovers. Abbiamo iniziato con Sky e per 5 lunghi anni siamo stati un canale della piattaforma che ha parlato H 24 di vino, abbiamo realizzato la più grande videoteca sul vino al mondo, con oltre 1.700 video prodotti. Numeri incredibili di ascolto che, ancora oggi, ci gratificano enormemente.
Poi è partito il secondo step del progetto, e oggi siamo il content creato numero uno in Italia naturalmente specializzati sul vino. Produciamo
contenuti e sosteniamo le aziende in comunicazione, ad esempio seguendo i profili social, pianificando una strategia di comunicazione a medio termine, inoltre colleghiamo le aziende clienti con il nostro network nazionale fatto di ristoratori ed enotecari di qualità, attraverso degli eventi come ad esempio Wine Tv in tour. Senza dimenticare la nostra origine cioè la produzione di video, alla quale siamo legatissimi. Facciamo tanto altro naturalmente sempre in questo ambito, ma quello che più ci gratifica, è che a soli 6 anni dalla sua nascita, oggi di Wine Tv ha una reputazione e una credibilità tali da poter scegliere le aziende con cui  diventare partner. Questo in breve è il mio lavoro,
fatto di passione e tanto studio, che mi ha portato a realizzarmi in un mondo che amo profondamente e al quale cerco di dare un contributo.