Quando mangeremo la carne sintetica? Al progetto si lavora addirittura dal 1912. E questo è diventato un cavallo di battaglia per vegetariani, vegani e animalisti, mentre dall'altra parte ci sono le proteste degli allevatori.

Non stiamo parlando, in questo caso, di burger vegani o cose simili, ma di una vera e propria carne creata in laboratorio, dove vengono utilizzati mezzi di nutrizione per alimentare le cellule muscolari e materiale per trasformarle in tessuto. La carne che esce dalla provetta, insomma.

Le accuse che arrivano agli allevatori sono di vario genere: gli allevamenti intensivi usano troppa acqua, producono Co2, hanno insomma un grande impatto sul pianeta. La produzione di carne occupa l’80 per cento dei terreni agricoli e contribuisce a creare un quinto di tutti i gas serra prodotti dall’essere umano.

Ciononostante, non fa che aumentare la richiesta di carne, ricca di proteine, tanto che nel 2050 – quando saremo dieci miliardi – non basterà a soddisfare tutti. Le aziende internazionali di biotecnologia si stanno attrezzando per quello che può essere un business enorme. Nel 2013, a Londra, è avvenuta la presentazione del primo hamburger realizzato in vitro con cellule staminali di mucca. Autore il ricercatore olandese Mark Post.

Resta un ostacolo: convincere i consumatori. Quelli dal palato fine, ma non solo. C’è infatti lo Yuck factor, il fattore di schifo, la prima reazione all’idea di mangiare carne che esce dai laboratori e non dai pascoli.

Eppure, qualcuno nel piatto se la ritrova già. A Singapore un ristorante propone nuggets di pollo sintetico; a Tel Aviv su un bancone sono esposte le provette in cui macerano, crescono e si moltiplicano le cellule della polpetta che c’è nel menu.

Insomma, non siamo poi così lontani. Ancora qualche anno perché anche l’Occidente familiarizzi con la carne sintetica. Un po’ come per gli insetti. Le novità spaventano, ma prima o poi prendono piede.