Vi siete mai domandati perché i biscotti si chiamino così? Bisogna leggere un po' di storia, partendo dal presupposto che le origini sono parecchio controverse.

C’è una leggenda che vede per protagonista Giasone. Prima di partire con gli Argonauti alla ricerca del Vello d’Oro, avrebbe ordinato al cuoco di cuocere del pane da portare in viaggio. Il cuoco si sarebbe addormentato e, risvegliandosi, avrebbe ritrovato quel pane ridotto di volume, appiattito e secco. Giasone decise di portarselo comunque con sé, e questo fu l’unico a mantenersi buono e croccante.

I latini chiamavano l’antenato dei biscotti Panis nauticus (‘galletta’ dei marinai) o Biscotcus, che significa cotto due volte. Furono gli antichi romani a scoprire come cuocere i biscotti dolci: il buccellatum e la offa, da cui l’ormai desueto nome di ‘offella’. Di biscotti parlano anche Polibio (220-120 a.C.) e San Marcellino, Papa del III secolo d.C.

Nel Medioevo quella dei biscotti divenne una ricetta tipica dei conventi. Si dice andassero letteralmente a ruba. Oggi i biscotti rientrano tra gli alimenti più consumati dagli italiani, il settore è in continua espansione.

I frollini sono una sottocategoria dei biscotti, sono fatti di pasta frolla. Rientrano nella categoria dei prodotti da forni e sono a loro volta suddivisi in: frollini classici, frollini arricchiti, frollini integrali.

Tra mito e leggenda, dunque, i biscotti sono arrivati ai giorni nostri in ottimo stato. E oggi gli scaffali dei negozi e dei supermercati sono pieni di diversi tipi: da quelli classici a quelli con la cioccolata, con il cocco, con la frutta, con la crema.

C’è solo l’imbarazzo della scelta. Si sono poi sviluppati sempre di più negli ultimi anni i biscotti salutistici in nome di una maggiore attenzione da parte dei consumatori per prodotti che, oltre che buoni, facciano anche bene.