Il Rapporto Ristorazione 2020, stilato da Fipe-Confcommercio, è una vero e proprio bollettino di guerra. Si contano infatti 514 mila posti di lavoro in meno, il doppio rispetto a quelli creati tra il 2013 e il 2019 (245 mila occupazioni).
Gli italiani, causa restrizioni e lockdown, hanno mutato il modo di consumare, prediligendo di farlo tra le mura domestiche, con una crescita di sei miliardi di euro. Dall’altra parte, c’è stato un crollo per bar e ristoranti, dove la spesa è calata di ben 31 miliardi di euro.
Nel 2020 il calo del fatturato per le imprese del settore è stato addirittura del 97,5 per cento, quasi totale. Come segnalato da Fipe-Format Research, l’89,2 per cento degli imprenditori ritiene inutili o poco efficaci i sostegni del Governo. Altro motivo di sfiducia arriva dalla nascita di nuove imprese: se erano oltre 18 mila nel 2010, oggi siamo a 9.190, circa la metà.
Anche sul futuro regna la sfiducia. Siamo ai massimi storici. Secondo gli intervistati da parte di Fipe-Confcommercio, nel 2021 ci saranno ancora cali di fatturato. Le riaperture non saranno insomma sufficienti per recuperare, bisognerà attendere.
Le buone notizie arrivano dai servizi digitali: in particolare nel food delivery ci sono prospettive di crescita, tanto che molti ristoratori hanno aperto alla possibilità del cibo d’asporto e della consegna a domicilio, molti attraverso il web.
Se è dunque vero che l’online rischia di fare male ai negozi di prossimità, è altrettanto vero che riserva parecchie sorprese positive e risorse per chi ha la lungimiranza di investirci.
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